Quale comunicazione sulle migrazioni.
Fonte dell’immagine “Paura e menzogne nell’UE: combattere la disinformazione sulle migrazioni con narrazioni alternative” / Notizie / Comunicazione / Cinformi – Cinformi
Ufficio Policy Focsiv – Da anni vi è un acceso dibattito sulla comunicazione sulle migrazioni, da quella scandalistica ed emergenziale per fare audience, a quella che cerca di fomentare la paura per ottenere consenso alle elezioni, a quella fondata sui dati scientifici per avvicinare il pubblico ai fatti reali, a quella empatica per creare un senso di solidarietà. Altra questione che coinvolge anche alcuni progetti di cooperazione allo sviluppo è comunicare ai migranti potenziali i grandi rischi del viaggio e dell’entrata irregolare in Europa.
Recentemente è stato pubblicato dal International Center for Migration Policy Development (costituito da 20 Stati), uno studio sulla comunicazione sulla migrazione irregolare che analizza i diversi approcci traendone una serie di indicazioni in termini di valori, emozioni, narrative e valutazioni di impatto sul pubblico e sui migranti.
Particolarmente significativo una analisi riportata nello studio secondo cui: “è stato dimostrato che i partecipanti al test avevano già sovrastimato drasticamente sia la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno sia la probabilità di morte, cosicché, ironia della sorte, quando sono state fornite informazioni più accurate sulla probabilità di morte, la loro propensione a migrare in modo irregolare è aumentata.”
Lo studio è scaricabile da Persuasive%20communication.pdf (icmpd.org)
Questa di seguito è la traduzione del riassunto esecutivo.
I tentativi di affrontare la migrazione irregolare sono diventati più costosi, estesi, diffusi, complessi e contestati, con gli attori responsabili, dai governi alle agenzie attuative, che devono trovare un equilibrio tra un numero sempre maggiore di richieste e obblighi.
– Per questo motivo, la comunicazione pubblica è oggi uno strumento prevalentemente usato dagli attori che cercano di raggiungere gli obiettivi delle politiche migratorie attraverso l’informazione, la persuasione e la motivazione del comportamento.
– Tuttavia, sappiamo ancora relativamente poco su come la comunicazione pubblica possa essere utilizzata nel modo più efficace per sostenere i diritti e la sicurezza, ridurre l’irregolarità, il contrabbando e la tratta di esseri umani.
– Questo rapporto si chiede come si possa ottenere un cambio di passo nella comunicazione persuasiva sulla migrazione irregolare.
– Le debolezze identificate negli approcci attuali includono una scarsa comprensione dei destinatari, contenuti informativi ingenui e una mancanza di valutazione d’impatto.
– Per questo motivo, il rapporto applica la teoria e gli esempi per consigliare ai responsabili politici di:
1. Passare dalla sensibilizzazione e dagli appelli basati sulla sicurezza a un approccio persuasivo più ampio basato sui valori, per almeno tre motivi. I potenziali migranti irregolari:
I. sopravvalutano le probabilità di morte durante la migrazione, quindi è probabile che la sensibilizzazione aumenti le probabilità di migrazione irregolare.
II. provengono da situazioni di rischio per la sicurezza, il che rende le argomentazioni basate sulla sicurezza relativamente deboli, soprattutto se non vengono offerte alternative. I messaggi basati sulla paura hanno dei limiti.
III. probabilmente apprezzano molto l’autonomia e altri valori di apertura e valorizzazione di sé.
2. Raccogliere dati sulle basi valoriali degli aspiranti migranti irregolari utilizzando gli schemi psicologici accademici esistenti.
3. Offrire alternative quando si cerca di cambiare il comportamento in generale e, in particolare, alternative che si appellano ai valori del proprio pubblico di riferimento.
4. Persuadere con componenti cognitive (pensiero) ed emotive (sentimento) che lavorano all’unisono. Allineare le basi emotive con obiettivi fisiologici e comportamentali basati sugli schemi psicologici esistenti: gioia per la partecipazione, fiducia per il sostegno, attesa per l’acquisto, l’attesa per l’esame, ecc. Anche in questo caso, la messaggistica basata sulla paura ha dei limiti.
5. Utilizzare una messaggistica basata sulla narrazione, supportata da fatti rilevanti, trasmessa da messaggeri fidati e, ove possibile, interattiva e guidata dal pubblico. Inquadrare i messaggi in una forma narrativa causale comprensibile e generalizzabile.
6. Incorporare la valutazione d’impatto fin dall’inizio dei programmi di comunicazione. Usare i primi principi di base per ottenere misure chiare e aperte dell’impatto sugli obiettivi di fondo, utilizzando le guide esistenti.
7. Utilizzare tali valutazioni d’impatto per verificare le conseguenze indesiderate che possono incidere su obiettivi politici paralleli, in termini di migrazione sicura, ordinata e regolare e non solo, così come il rispetto di tutti i diritti dei migranti, indipendentemente dal loro status.