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Home News Rapporto SPRAR 2015: tra ottimismo e impegni politici

Rapporto SPRAR 2015: tra ottimismo e impegni politici

Daniela - Ufficio Policy
15 Luglio 2016
News

Si è svolta a Roma la presentazione dell’Atlante del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) 2015, con dati in crescita e una volontà politica pronta a sostenerlo. Ciò che è emerso dai relatori dell’Anci e del Ministero dell’Interno, tra cui il Presidente Piero Fassino e il prefetto Mario Morcone, è la necessità di solidificare questo sistema, lasciato nella penombra a livello europeo e reso fragile dalle politiche emergenziali.

Il Rapporto offre un’immagine dettagliata della situazione di “seconda accoglienza” gestita dagli enti locali, con una rete di 800 Comuni che garantisce lo svolgimento di 430 progetti, tra cui 21.613 posti di accoglienza (prevalentemente in appartamenti) e 259.965 servizi erogati (al primo posto quello di assistenza sanitaria, seguito da formazione professionale e attività multiculturali) per un totale di 29.761 beneficiari. Essi sono principalmente richiedenti asilo (58%), titolari di protezione umanitaria (19%), di protezione sussidiaria (13%) e rifugiati a cui è stato riconosciuto lo status (10%). La maggioranza sono persone singole, in prevalenza uomini (88%), con un livello di scolarizzazione medio-alto e provenienti da Nigeria, Pakistan e Gambia. Tuttavia, questi dati cambiano per il 2016, con uno spostamento a favore dei nuclei familiari e della nazionalità siriana.

Tra i generali apprezzamenti degli sviluppi raggiunti finora, qualche ombra persiste. Così, Piero Fassino descrive questo momento come “un passaggio estremamente delicato, che definirà come il nostro Paese intende posizionarsi in futuro rispetto a una tematica così dirimente. La netta predominanza di strutture a carattere straordinario, rispetto al sistema ordinario dello Sprar, sta infatti mettendo in difficoltà la tenuta complessiva del sistema”.  Inoltre, come qui riportato da Giovanni Godio, scrittore attivo nel mondo del sociale, il modello Sprar “deve essere considerato all’interno del composito e disuguale “sistema” di accoglienza italiano: secondo gli ultimi dati del Viminale, su un totale di 135.400 richiedenti asilo, rifugiati e migranti oggi in accoglienza nel nostro Paese, quelli inseriti in progetti Sprar sono appena 20.347, il 15%. La stragrande maggioranza, 100.383 persone, sono ospitati nelle strutture temporanee, e ben 14.670 nei centri di prima accoglienza, o negli hotspot”.

Al fine di rafforzare l’efficacia dello Sprar, il Ministero si impegna a facilitare le misure di accesso a tutti i comuni (attraverso, per esempio, l’esenzione di altre forme di accoglienza) e ad approvare un sistema di accreditamento permanente, punti discussi all’interno di un decreto che verrà approvato entro fine luglio. In aggiunta, Anci ha presentato al Ministero dell’Interno un piano di riparto delle accoglienze che tenga in considerazione la dimensione della popolazione residente, così da rendere il sistema sostenibile ed equo.

 

 

 

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