Stop alla corsa europea per il gas in Africa
La seguente lettera, sottoscritta da diverse organizzazioni della società civile, sia europee che internazionali, è indirizzata alla Commissione Europea e ai governi di alcuni paesi europei. Al fianco della società civile africana si chiede la fine della corsa europea per il gas nel continente africano, che è già gravemente esposto a una crisi economica e climatica causata dai combustibili fossili. La lettera afferma che per allontanarci dai sistemi energetici a combustibili fossili e accelerare una transizione energetica giusta ed equa basata sul 100% di energia rinnovabile, dobbiamo collaborare e lavorare in cooperazione con persone, comunità e governi di tutta Europa e Africa. La risposta dell’Europa a questa crisi non deve essere quella di promuovere nuove infrastrutture per l’estrazione e l’esportazione di petrolio e gas. Questa “corsa al gas” in Africa deve finire.
Stop Europe’s Dash for Gas in Africa
E’ ancora possibile firmare la lettera in Letter to European Leaders — Don’t Gas Africa (dont-gas-africa.org)
Lettera indirizzata a:
- Commissione UE: Presidente, Von der Leyen; Vicepresidente, Timmermans; Vicepresidente, Borrell
- Cancelliere tedesco, Scholz; Il vicecancelliere tedesco, Habeck
- Presidente della Francia, Macron
- Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; la Presidente del Consiglio, Georgia Meloni
- Primo Ministro spagnolo, Pedro Sanchez; Il vice primo ministro spagnolo, Teresa Ribera
Siamo gravemente turbati dagli sviluppi in Europa a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, inclusa la crisi dell’energia da combustibili fossili e la conseguente crisi del costo della vita. Proviamo empatia per la pressione a cui sono sottoposte le famiglie europee per mantenere le proprie famiglie al caldo quest’inverno.
Esprimiamo la nostra solidarietà verso i nostri alleati africani che, esposti a una crisi economica e climatica causata dai combustibili fossili, chiedono la fine della corsa europea per il gas nel loro continente attraverso una campagna chiamata “Don’t Gas Africa” Don’t Gas Africa (dont-gas-africa.org). La società civile africana ha guidato i lavori della campagna per garantire che il continente non rimanga bloccato nella produzione di gas fossile. Riteniamo che l’agenda di sviluppo dell’Africa e l’emergenza climatica richiedano un rapido passaggio dalle dannose tecnologie basate sui combustibili fossili verso un futuro di energia rinnovabile.
La risposta dell’Europa a questa crisi non deve essere quella di promuovere nuove infrastrutture per l’estrazione e l’esportazione di petrolio e gas. Questa “corsa al gas” in Africa è pericolosa e poco lungimirante.
Sarebbe un disastro per il nostro clima, poiché minare gli impegni esistenti di mantenere le temperature a 1,5°C e di eliminare gradualmente i finanziamenti internazionali di petrolio e gas come promesso a Glasgow alla COP26, peggiorerebbe gli impatti climatici nelle regioni meno responsabili della crisi. Non è solo un male per il clima, l’estrazione del gas e le infrastrutture hanno anche un impatto estremamente dannoso sui mezzi di sussistenza esistenti, sulla salute pubblica, sulla qualità dell’aria e sulla biodiversità.
La nuova produzione di gas e le nuove infrastrutture sarebbero dannose anche per le economie europee e africane. Qualsiasi nuova infrastruttura del gas, anche se sviluppata, entrerebbe in funzione troppo tardi per le nostre esigenze a breve termine. Ciò bloccherebbe i nostri comportamenti, i processi industriali e le economie nell’utilizzo di combustibili fossili inquinanti. Inoltre, ciò rischia di ostacolare lo sviluppo africano, gravando sui paesi con debiti per la produzione di gas orientata, per la quale ci saranno sempre meno clienti man mano che la domanda diminuisce, lasciando gli africani in difficoltà nel coprire i costi di questi beni bloccati. Tutto ciò avviene nonostante queste nazioni abbiano già un debito climatico. C’è anche un costo opportunità: l’investimento nel gas distrae dall’urgente necessità di finanziare un maggiore accesso a un’elettricità pulita e affidabile per gli oltre 570 milioni di persone nel continente che non hanno accesso all’energia.
Forse la cosa più urgente è il conflitto da combustibili petroliferi e gassosi. Lo abbiamo visto, ovviamente, in Ucraina, ma anche in molte parti dell’Africa dove i governi europei stanno ora cercando di procurarsi il gas.
Come ha affermato quest’anno il Segretario generale delle Nazioni Unite, investire nella nuova produzione di combustibili fossili e nelle relative centrali di produzione di energia elettrica è una follia morale ed economica.
Invece di correre a costruire nuovi impianti di gas all’estero, è necessario espandere urgentemente le fonti di energia rinnovabile e migliorare la gestione della domanda, queste sono la priorità urgente. Le politiche europee interne, come il pacchetto Repower EU e Fit for 55, e altre misure di riduzione della domanda sono incoraggianti e avranno un impatto positivo concreto, riducendo significativamente la domanda di gas entro il 2030. Rappresentano un passo nella giusta direzione ma, come agenzie delle nazioni europee hanno notato (German gas consumption too high, says energy regulator | Reuters, non sono sufficienti. Purtroppo, l’approccio di politica estera “dash for gas” contraddice la direzione della politica interna dei paesi europei.
Vi esortiamo ad attuare una rapida ed equa transizione dal gas in tutta Europa e nel resto del mondo. In concreto, chiediamo di:
- Interrompere immediatamente qualsiasi accordo per espandere la produzione di gas e le infrastrutture in Africa, riaffermando la Dichiarazione di Glasgow della COP26 per fermare gli investimenti in nuovo gas e petrolio e applicarla a progetti non ancora sviluppati.
- Introdurre in Europa misure di rapida riduzione della domanda di gas che si applichino all’energia e ai processi industriali (ad esempio, la riduzione della produzione di plastica ridurrebbe il consumo di gas che potrebbe provenire dalle riserve dei paesi africani).
- Investire nell’implementazione su larga scala delle energie rinnovabili in collaborazione con i paesi africani e istituzioni democratiche per sostenere l’accesso all’energia e consentire ai governi di sviluppare strategie industriali a zero emissioni di carbonio che non rafforzino lo sviluppo dei combustibili fossili.
Dobbiamo collaborare, in partnership con persone, comunità e governi di tutta Europa e Africa per abbandonare i sistemi energetici a combustibili fossili e accelerare una transizione energetica giusta ed equa basata sul 100% di energia rinnovabile. Solo questo ci permetterà di liberarci dalle catene di una sporca economia energetica e di muoverci rapidamente, insieme – in ogni paese – oltre il gas fossile inquinante e causa di conflitti. Vi esortiamo a cogliere questo momento storico e ad essere dei veri leader climatici.
Firmatari confermati:
Europa
- 350.org
- Aitec
- Alliance of Associations Polish Green Network
- Andy Gheorghiu Consulting
- Asociación de Cultura Popular Alborada -Gallur
- BankTrack
- Both ENDS
- Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile
- Centre for International Environmental Law (CIEL)
- Climate & Sustainability
- Climate Action Network Europe
- Climate Action Network France
- Climate Emergency UK
- Coordinamento Ravenna Fuori dal Fossile
- Corporate Europe Observatory
- CSIC (Spanish Council for Scientific Research)
- Debt Observatory in Globalisation (ODG)
- Deutsche Umwelthilfe
- Feminist Exchange Network
- ECODES
- Ecologistas en Acción
- Emergenzaclimatica.it
- Food & Water Action Europe
- Fossielvrij NL
- Fridays For Future
- Fridays for future Chieri
- Fridays for future Italia
- Fridays for Future Madrid
- Friends of the Earth Europe
- Friends of the Earth Germany/ BUND
- Friends of the Earth Ireland
- Friends of the Earth Malta
- Friends of the Earth Norway (Naturvernforbundet)
- Friends of the Earth Scotland
- Fundación Savia por el Compromiso y los Valores
- Gallifrey Foundation
- Gastivist Collective
- Germanwatch
- Global Witness
- Gonçalo Diniz
- GreenFaith, France
- Humusz Szövetség
- Jesuit European Social Centre (JESC)
- Jordens Vänner /Friends of the Earth Sweden
- Just Finance International
- Laudato Si Movement
- Leave it in the Ground Initiative (LINGO)
- Les Amis de la Terre France
- Luisa Neubauer, Fridays for Future Germany
- Maan ystävät – Friends of the Earth Finland
- Member of the European Parliament (Greens/EFA)
- MEP Greens-EFA
- Milieudefensie – Friends of the Earth Netherlands
- Movimento No TAP/SNAM di Brindisi
- NOAH – Friends of the Earth Denmark
- Plataforma Ciudadana Zaragoza sin Fractura
- Razom
- Reclaim Finance
- Rethink Plastic alliance
- Rettet den Regenwald / Rainforest Rescue
- SHE Changes Climate
- Skiftet
- Society for the Earth
- Stop ny fosil infrastruktur
- Stowarzyszenie Ekologiczne EKO-UNIA
- Stowarzyszenie Pracownia na rzecz Wszystkich Istot
- The Artivist Network
- Towarzystwo na rzecz ZIemi
- Transition Crich
- Transport&Environment
- Uplift
- Urgewald
- Zero Waste Kiel e.V.
Africa
- AbibiNsroma Foundation, Ghana
- Africa Institute for Energy Governance
- Africa Network for Environment and Economic Justice (ANEEJ)
- Elamilima Environmental Project
- Environment Governance Institute (EGI)
- Environmental Rights Action/Friends of the Earth Nigeria
- Fridays for future MAPA
- Friends of the Earth Africa
- Friends of the Earth Ghana
- Ghana Loss and Damage Alliance
- groundWork
- Health of Mother Earth Foundation
- Just Share, South Africa
- Justiça Ambiental (JA!)/ Friends of the Earth Mozambique
- Kikandwa Environmental Association
- Laudato Si Movement- Africa
- Oil Watch Africa
- Sustainable Development Institute
Asia
- Asian Peoples Movement on Debt and Development
- Korea Federation for Environmental Movement
Nord America
- Center for Biological Diversity
- Environmental Defence Canada
- Friends of the Earth US
- Institute for Small Islands
- Stand.earth
- The Council of Canadians
Internazionali
- Friends of the Earth International
- The Club of Rome