Storia dal campo: siccità, alluvioni e gravi problemi economici causati dal COVID–19 in Mozambico

“Estamo no mato”, qui a Mafuiane, non c’è rete idrica e fognaria, molti bevono l’acqua del fiume Umbeluzi. D’altro canto, la fornitura di energia elettrica è scarsa ed instabile.
Un territorio che è segnato dalla Statale che collega la Capitale mozambicana, Maputo, con il Sudafrica e l’Eswatini. Un asse viario normalmente trafficato per l’import dal Paese sudafricano per il porto della città del Mozambico.
In collaborazione con la Missao Sao Frumenzio, l’Arcidiocesi di Maputo, e le Autorità governative del Distretto di Namaacha, AUCI ha realizzato e messo in funzione l’Ospedale Pediatrico, con il finanziamento dell’8×1000 della CEI, e, allo stesso tempo, sta portando avanti un progetto di agricoltura resiliente a sostegno degli orti familiari – mashambe – di 180 famiglie contadine “Regantes de Mafuiane”, grazie al finanziamento della AICS e dell’8×1000 del Governo Italiano.
Da anni qui vi è una persistente siccità ed alte temperature, a differenza dell’area rurale dell’interno del Mozambico soggetta invece a cicloni e alluvioni, tanto da mettere in ginocchio l’agricoltura. L’arrivo del Covid-19 ha ulteriormente aggravato le precarie condizioni di vita della popolazione locale.
Le misure di lockdown in atto dallo scorso marzo hanno bloccato i rifornimenti di prodotti alimentari e materiale sanitario proveniente dal Paese sudafricano, con il conseguente rialzo dei prezzi al consumo e deprezzamento della moneta mozambicana, metical. Il mercato informale si è arrestato e con questo le famiglie più povere, che riuscivano a sopravvivere, sono ormai allo stremo.
Sul versante sanitario, AUCI, grazie anche al supporto tecnico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico Gemelli di Roma, e al finanziamento d’emergenza 8×1000 CEI, ha organizzato 75 info-point nei villaggi del Distretto di Namaacha e nell’hinterland di Maputo, distribuendo 10.000 mascherine e opuscoli di prevenzione sanitaria, materiale DPI al personale sanitario e allestendo 4 postazioni di ossigenoterapia e diagnosi ecotoracica, nonché video spot di sensibilizzazione pubblica.
Sul piano del sostegno alle economie familiari si sono avviate alcuni “orti solidali” per 11 famiglie povere particolarmente bisognose, qui si coltivano ortaggi e legumi, secondo le tecniche agro – ecologiche resilienti alla siccità.
Tanti i problemi delle quali questi nuclei familiari soffrono come, ad esempio, per la vedova con tre nipoti orfani, che vive facendo lavori saltuari per mantenere i nipoti e permettergli di andare a scuola oppure l’altra vedova di 50 anni che per mantenere i suoi 4 figli lavora saltuariamente nei campi o anche l’anziana che vive da sola e si sostenta grazie alla vendita della legna che raccoglie. C’è anche Elisa abbandonata dal marito, che vive con i suoi 5 figli, dei quali 3 gemelli, che grazie ai lavori saltuari permette loro di frequentare la scuola. E ancora, una madre con le tre sorelle che vivono del lavoro saltuario nei campi. Come la donna con gravi problemi di salute che lavora con un salario insufficiente e vive con la madre di 53, anche lei con problemi di salute, ed una sorella minore che frequenta le scuole superiori.
La Campagna “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” promossa da Focsiv e Caritas Italiana sostiene l’intervento e le azioni di AUCI in Mozambico volte a contrastare il contagio dal Covid-19, garantendo servizi e materiali fondamentali in questo momento specialmente per i nuclei familiari più vulnerabili. La testimonianza è stata riportata da Diego Casoni, International Project AUCI – Associazione Universitaria per la Cooperazione Internazionale
Moltiplicare la speranza è possibile attraverso una donazione in sostegno degli interventi proposti dagli organismi promotori.
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