TRE DONNE PER UN NOBEL
Quest’anno il premio Nobel per la pace è stato assegnato a tre donne «per la loro lotta non violenta in favore della sicurezza delle donne e del loro diritto a partecipare al processo di pace».
Si tratta del presidente della Liberia Ellen Johnson-Sirleaf, dell’attivista Leymah Gbowee sua connazionale e dell’attivista yemenita pro-democrazia Tawakkal Karman.
In Oriente, come ancora in Occidente, la discriminazione inizia in famiglia e prosegue nel pubblico e l’emancipazione è conquista sicura solo degli strati culturalmente elevati. Per questo motivo, in vista del G20 di novembre serve chiedere ai Governi di non dimenticare il terzo obiettivo del millennio sottoscritto nel 2000 nell’ambito degli MDGs, ovvero “promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne”.
Per l’Italia la promozione dei diritti umani è già una componente essenziale della politica estera. La nostra continuità nella protezione e promozione dei diritti umani ci ha consentito di svolgere un ruolo primario nei vari consessi multilaterali, ma serve non abbassare la guardia.
Dal 1972, anno della sua fondazione, FOCSIV promuove una cultura della mondialità contribuendo alla lotta contro ogni forma di povertà e di esclusione, all’affermazione della dignità della persona e alla tutela dei diritti umani e alla crescita delle comunità e delle istituzioni locali. Poiché le battaglie in favore dei diritti umani sono innanzitutto una questione di “cultura”, FOCSIV organizza da sempre campagne di sensibilizzazione dedicate alle principali problematiche del sud del mondo. Tra le ultime iniziative la Campagna “Crea un clima di giustizia” sottoscritta, tra gli altri, da molta parte del mondo dell’associazionismo cattolico e non solo, perché per incidere sulla politica, per migliorare ecologia e giustizia sociale, tre donne, anche se grandi, da sole non bastano.