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Home Storie di volontari Una storia di legami

Una storia di legami

Segreteria
27 Agosto 2025
Storie di volontari

Nicolas ha quattro anni, ma dimostra dieci mesi. È l’ultimo di otto fratelli. La madre morì quando aveva appena un anno, lasciando tutti loro a carico del padre. Ai tempi, lui produceva carbone per guadagnare qualcosa, ma non era comunque in grado di mandare i figli maggiori a scuola. Rimase poi paralizzato in seguito ad un aneurisma. Iniziarono a vagabondare e a chiedere l’elemosina. L’unica figura di riferimento era la sorella più grande. A 17 anni si fece carico di tutti. Nel frattempo, doveva prendersi cura anche di suo figlio, sfortunatamente concepito durante una violenza. Dopo un po’ non ce la fece più da sola e Suor Claudine accolse sei dei fratelli nell’orfanotrofio di Ambalakilonga: sono Saholy e il figlio Tonio, Tsilavina, Annie, Lefitra, Fitahiana e Nicolas.

Nel momento in cui ho conosciuto Nicolas, ad inizio luglio, è stato un colpo di fulmine. Osservava, ma non parlava tanto. Anzi, per niente. Ha occhi grandi, in cui si mischiano timore e curiosità, ed un sorriso incredibile. Le sue mani si aggrappano forti alle dita degli adulti. È instabile, goffo, non ha l’equilibrio sviluppato.

Quando arrivò all’orfanotrofio era fortemente denutrito. Dopo che lo ebbi preso in braccio una volta, per caso, non si è mai più staccato. La mattina, quando ancora dormivo, lui mi cercava, chiedeva di me, di “mamma Beatlis”. Appena uscivo sul patio di casa scorgevo la sua piccola figurina correre dinoccolata verso di me, con le braccia tese.

Non è stata una scelta, anche con gli altri bambini ho creato legami incredibili, ma qualcosa in lui mi ha sconvolto. Avevo paura di spezzargli il cuore e di farlo sentire nuovamente abbandonato a lasciarlo dopo tre settimane. Dopo il legame che si era creato. Giornate intere passate con lui sul braccio destro, sul braccio sinistro, sulle spalle, con le sue dita che giocavano con i miei capelli, ad ascoltarlo mentre mi parlava in una lingua sconosciuta e masticata. A lui non interessava che gli rispondessi, era sufficiente che lo ascoltassi, che lo guardassi, che partecipassi con lui. Ore a giocare con lui, a insegnargli a ballare, a colorare.

Nell’arco di una settimana è rinato. Ha iniziato a cercare gli altri bambini, a giocare con loro, a parlare e a partecipare alle attività. Si è riscoperto un bambino birbante, con tutti gli scherzi fatti a sua sorella Fitahiana, insieme a suo nipote Tonio come complice.

Poi me ne sono andata, così doveva essere. Il tempo è stato troppo poco per così tanto amore. Troppo piccolo per capire cosa stesse succedendo ma nei miei occhi lui lo percepiva. Non servivano le parole, lui non le comprendeva, ma solo a guardarmi lui capiva e iniziava a muovere nervosamente il piedino e a sospirare. Tanta, tanta paura di fargli ulteriormente male. Di far retrocedere quelle piccole ma così grandi conquiste. Di fargli perdere fiducia nelle persone che si prendono cura di lui.

I bambini dell’orfanotrofio hanno una resilienza ai traumi inimmaginabile, sono abituati alla morte e all’abbandono. In una qualche maniera il suo nucleo familiare si era conservato, i suoi fratelli erano sempre con lui. Ma ciò non serviva a scongiurare la paura di fare un altro danno irreparabile.

E invece, Nicolas ha continuato a rinascere anche nella mia assenza. Anche dopo che me ne sono andata lui ha continuato ad essere curioso, a sperimentare. L’hanno riscoperto come intelligente, attivo, vivace. Quando l’ho saputo mi si è scaldato il cuore. Ho sentito di aver fatto qualcosa per davvero; una differenza, semplicemente con il mio amore e le mie attenzioni per lui.

Lui ha cambiato me in maniera profonda. Ma forse qualcosa è anche merito mio, dei miei abbracci, del mio amore, del mio affetto; di qualcosa di spontaneo, nato dal nostro primo sguardo.

Beatrice, Casco Bianco con IBO Italia a Fianarantsoa, Madagascar.


Questo è il sesto dei sette appuntamenti in cui condivideremo i racconti dei volontari IBO Italia, tratta dalla raccolta “Frammenti Volontari”, grazie al lavoro di Alessandro Caselli, volontario ESC (European Solidarity Corps). QUI per scaricare il libro completo.

Tags: #frammenti #IBO #madagascar #unasceltadivalore
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