Grido di giustizia e resistenza dall’Ecuador
Nell’ambito dell’impegno di FOCSIV a favore della giustizia ambientale e della centralità dei diritti umani negli affari economici, di cui è preziosa testimonianza l’attività di volontariato che svolgono i nostri ragazzi in Servizio Civile in Ecuador, sottoscriviamo e diffondiamo l’appello promosso da alcune reti e organizzazioni della società civile che chiedono giustizia per le comunità danneggiate dai crimini della Chevron e rispetto della sovranità dello Stato ecuadoriano.
La Texaco (oggi Chevron ) è una multinazionale petrolifera americana che si è macchiata di gravi crimini ambientali da oltre 30 anni, causando enormi danni alle comunità indigene e agli habitat naturali dell’Ecuador, reputando le zone da esplorare non abitate e rilasciando a cielo aperto grandi quantità di rifiuti e scorie che hanno pesantemente inquinato l’aria e reso l’ambiente invivibile. Piuttosto che agire a favore delle popolazioni danneggiate dalle attività della Chevron, purtroppo il sistema giuridico internazionale sembra favorire i forti interessi economici e i misfatti della multinazionale, rendendo così doppiamente vulnerabili le vittime di tali crimini e concedendo alle grandi imprese un potere maggiore di quello degli Stati, garanti per eccellenza dei diritti dei propri cittadini.
Già negli anni Novanta, l’allora Texaco e attuale Chevron chiamò in causa per motivi commerciali lo stato ecuadoriano e la compagnia statale Petroecuador, mentre l’Ecuador portò il caso di fronte alla Corte di New York. Per paura di intraprendere e perdere la causa, la multinazionale preferì firmare un accordo di risanamento ambientale che fece decadere la domanda di azione legale. Tuttavia, quando agli inizi del 2000 si raccolsero nuove prove incriminanti, la compagnia petrolifera accusò l’Ecuador di non aver mai concluso il primo processo indetto, obbligo prescritto dalla legge.
Così, oggi, ci si trova di fronte ad un paradosso sconcertante: da un lato i giudici dell’arbitrato internazionale hanno dichiarato che l’Ecuador deve pagare 96 milioni di dollari alla Chevron, dall’altro gli oltre 30.000 indigeni e contadini danneggiati hanno ottenuto un risarcimento di 9. 5 miliardi di dollari, dieci volte tanto la somma dovuta dal governo alla multinazionale. Se non fosse che quest’ultima si rifiuta di pagare. Lo stato è dunque costretto a rimborsare un debito ingiustamente nato da un sistema che protegge gli interessi del business, mentre la potente compagnia petrolifera rimane impunita di fronte ai propri crimini e abusi.
Con la sottoscrizione del comunicato FOCSIV intende esprimere la propria vicinanza e solidarietà alle comunità riunite nell’UDAPT (Unione delle comunità ecuadoriane inquinate dalla Chevron) e al loro grido di resistenza e giustizia di fronte all’arroganza e impunità delle multinazionali.
Il testo del comunicato in italiano disponibile al seguente link.
Il comunicato originale con la lista dei firmatari al link.