COP24: PRESENTATO L’EMISSION GAP REPORT

Alla COP24 nelle stanze off-limits al pubblico prosegue a ritmo serrato il negoziato tra i leader mondiali sull’implementazione dell’Accordo di Parigi. Contemporaneamente nei padiglioni esterni alla Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite fervono le attività di informazione e i side events. Tra queste spicca l’Emission Gap Report 2018 presentato dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP).
E’ stata l’occasione per sottolineare per l’ennesima volta l’urgenza di concludere i lavori negoziali con un documento chiaro che guidi l’azione climatica dei prossimi anni. Giunto alla sua nona edizione, il rapporto valuta come le azioni nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra (Nationally Determined Contributions – NDCs) stiano influenzando il trend globale e quanto queste siano lontane dal raggiungimento degli impegni assunti con l’Accordo di Parigi. Questo divario è definito “emission gap”.
Di seguito i punti salienti del Rapporto:
- Le emissioni globali di CO2 sono aumentate nel 2017, dopo circa tre anni di stagnazione e hanno toccato il nuovo record di di 53,5 Giga-tonnellate equivalenti di CO2. Per poter rimanere nella carreggiata dei 2° C e 1,5° C, le emissioni di gas serra dovrebbero diminuire rispettivamente del 25% e del 55% rispetto al 2017.
- Ciò vuol dire che entro il 2030 si dovranno aumentare le ambizioni contenute nelle NDCs se si vorrà limitare il riscaldamento globale ben al di sotto di 2° C . Tecnicamente, ciò è ancora possibile, ma se gli sforzi non non verranno aumentati significativamente prima del 2030, il superamento dell’obiettivo di 1,5 ° C non può più essere evitato.
- I Paesi dovranno triplicare le loro ambizioni per limitare il riscaldamento climatico per raggiungere lo scenario di 2° C e quintuplicarle per raggiungere lo scenario a 1,5° C.
- L’azione degli attori non statali e subnazionali (imprese, investitori, regioni e città) è un elemento chiave per il raggiungimento degli obiettivi globali in materia di emissioni.
- Con l’ausilio di una politica fiscale attentamente studiata, i risultati potrebbero essere maggiori (ad esempio, se tutti i sussidi per i combustibili fossili fossero gradualmente eliminati, le emissioni globali di carbonio potrebbero essere ridotte fino al 10% entro il 2030 ed in alcuni paesi fino al 40%).
“Abbiamo passato troppo tempo ad ignorare le prove scientifiche che ci avvisavano dell’urgenza di agire. Ora disponiamo di tutti gli strumenti per poter elevare le nostre ambizioni e raggiungere gli obiettivi che abbiamo fissato a Parigi.”, ha affermato Satya P. Tripathi (UNEP) durante la conferenza stampa di presentazione del report.
Consulta il rapporto Emission Gap Report
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