Diaspore e Solidarietà Internazionale
Nel quadro del progetto Volti delle Migrazioni – FOCSIV, Ivana Borsotto, Presidente FOCSIV, ha partecipato al seminario “Le sfide alla mobilità umana”, organizzato da UNCEM con Forum SAD, portando il seguente contributo.
La crescente partecipazione delle diaspore nella cooperazione italiana allo sviluppo
A livello internazionale esiste da tempo il riconoscimento del ruolo delle diaspore per lo sviluppo. Vi è molta letteratura, politiche e progetti sulle rimesse (che come sappiamo sono un flusso di denaro superiore all’aiuto pubblico allo sviluppo e comparabile con gli investimenti diretti esteri delle imprese) e sul contributo che i migranti danno alla creazione di scambi commerciali, ai rapporti culturali, sociali e politici tra paesi e territori. Tanto che diversi paesi del Sud hanno ministeri e agenzie dedicate a mantenere i rapporti con i cittadini all’estero per favorire un buon rapporto con la madre patria e incentivarli a creare relazioni economiche e sociali con i paesi dove risiedono.
Le diaspore sono dunque un attore dello sviluppo sostenibile. Anche il recente vertice Unione europea e Unione africana, nonostante tutti i suoi limiti, ha sottolineato l’importanza di coinvolgere le diaspore nella cooperazione allo sviluppo, e più in generale in tutti i rapporti tra i due continenti.
In Italia sono ormai diversi anni che associazioni di immigrati fanno solidarietà con le proprie comunità di origine, in modo spontaneo e più o meno strutturato. Diverse di queste associazioni collaborano con le ONG del nostro paese. Assieme realizzano progetti di cooperazione allo sviluppo.
E finalmente, nel 2014 con la legge 125 di riforma della politica di cooperazione allo sviluppo, vi è stato il riconoscimento formale delle diaspore, che ora con un rappresentante sono parte del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo. Questo rappresentante è anche coordinatore di un gruppo di lavoro che riunisce i diversi attori della cooperazione sul tema “migrazioni e sviluppo”.
Subito dopo l’approvazione della legge l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, proprio su sollecito del gruppo di lavoro, ha voluto investire in un processo di coinvolgimento delle diaspore attraverso le diverse fasi del progetto Summit nazionale delle diaspore, che ora verrà rilanciato nella sua terza fase.
Questo progetto ha informato, formato e mobilitato le associazioni dei migranti per farle partecipare alla cooperazione italiana allo sviluppo. In questi ultimi anni è cresciuta la partecipazione delle loro associazioni ai bandi di finanziamento dei progetti di cooperazione. Alcune delle associazioni sono state riconosciute nell’albo dell’Agenzia. Il processo sta portando alla creazione di un Forum delle diaspore che dovrebbe avere il compito di rappresentarle a livello politico e istituzionale.
Insomma, questo percorso pur lento e faticoso, è un buon processo.
Cosa manca ancora?
La sfida principale è creare le condizioni per cui le diaspore possano essere reali protagoniste del dibattito politico sulla cooperazione allo sviluppo, sulle sue azioni, e non solo in questa politica. Non più associazioni accessorie ai progetti, o beneficiarie, ma attori alla pari. Protagoniste assieme alle associazioni di volontariato degli autoctoni, sempre più mischiate e interagenti, sempre più cittadini italiani e del mondo, volontari per la giustizia sociale e la pace.
Diaspore quindi, non come qualcosa di separato, ma come una delle tante espressioni della società civile e della democrazia, di una diversità sociale che contribuisce al dibattito e alla politica per uno sviluppo realmente sostenibile, per una ecologia integrale locale e globale come ci propone Francesco.
Questo significa una più stretta interazione tra istituzioni e società civile: il processo del Forum delle diaspore potrebbe prevedere, una volta costituitosi, una sua interazione con le reti delle ONG e con il Forum del Terso Settore, e quindi con il Ministero affari sociali e il Ministero dell’Interno. In questo modo la voce delle diaspore avrebbe l’opportunità di partecipare compiutamente al dibattito sulle politiche: da quella di cooperazione a quella per l’inclusione sociale ed economica. La cooperazione non può che trarre maggiore giovamento da diaspore ben interagenti con il mondo sociale, economico e politico italiano, superando le tante discriminazioni esistenti.
Il processo deve essere sostenuto da più risorse pubbliche e private per superare l’asimmetria di potere che esiste tra volontariato e cooperanti professionisti. I Centri di Servizio per il Volontariato e le reti che si costituiranno con la riforma del Terzo Settore avranno un importante ruolo nel rafforzare le capacità delle diaspore e non solo. Formandole per una effettiva co-programmazione e co-progettazione come indicato dalla sentenza della Corte costituzionale 131/2020. Ciò significa esercitare concretamente la cittadinanza attiva e la partecipazione democratica di tutti e tutte senza lasciare indietro nessuno.
La questione della voce politica delle diaspore si deve allargare a quella della cittadinanza delle nuove generazioni, per cui è indispensabile addivenire ad una riforma.
Altra questione essenziale è quella della coerenza delle politiche che ha un significato urgente nel caso del rapporto tra migrazioni e sviluppo sostenibile, coinvolgendo pienamente il ruolo delle diaspore nel dibattito. Esiste una chiara schizofrenia politica, differenze e contraddizioni tra una politica di cooperazione allo sviluppo aperta alle diaspore, una politica di integrazione che deve combattere contro la loro segregazione, e una politica di governo dei flussi migratori e di accoglienza che produce espulsioni, morti, marginalità sociale e insicurezza.
Su questo FOCSIV in un partenariato europeo ha prodotto Il rapporto Migrazioni e Sviluppo Sostenibile – FOCSIV, che mostra chiaramente le contraddizioni esistenti rispetto ad una applicazione dell’Agenda 2030 in Italia.
Diaspore con e in associazioni della società civile hanno grandi cose da fare assieme, cambiare questo mondo che esclude, costruire la speranza di giustizia e pace.