La revisione del bilancio europeo su migrazione, asilo e cooperazione

Fonte immagine: Liberties
Ufficio Policy Focsiv- I negoziati sulla revisioni del bilancio europeo per i prossimi anni stanno avanzando e come già indicato le spese sul governo delle migrazioni sembrano avere sempre più rilevanza (Guerra e migrazioni nella revisione del bilancio dell’UE – Focsiv). In tale contesto, ECRE (European Council on Regugees and Exiles) e PICUM (Platform for international Cooperation on undocmuneted migrants) hanno pubblicato una nota politica congiunta sulla proposta di revisione del budget, ovvero del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027, con raccomandazioni chiave su migrazione,asilo e una tabella riassuntiva (vedi in PIC-MMF-revision.pdf (ecre.org). Di seguito riportiamo una sintesi del documento con riferimento all’analisi della proposta della Commissione e le varie raccomandazioni poste da ECRE E PICUM.
Nel giugno del 2023 la Commissione Europea ha richiesto agli Stati membri dell’UE un significativo impegno aggiuntivo per aumentare i finanziamenti, e suggerisce un aumento di circa 65,8 miliardi di euro nel bilancio dell’UE per il 2021-2027. Dei 65,8 miliardi di euro la Commissione stima:
- 17 miliardi in sovvenzioni e garanzie per la ricostruzione dell’Ucraina.
- 15 miliardi per la “migrazione e sfide esterne”, di cui 2 miliardi per la politica migratoria, 10,5 per la politica esterna, 2,5 per gli aiuti umanitari.
- 10 miliardi per migliorare la competitività dell’UE attraverso il finanziamento della “Piattaforma delle tecnologie strategiche per l’Europa”
- 23,8 miliardi per “aggiustamenti tecnici”
Riportiamo quindi l’analisi della proposta della Commissione del giungo 2023 con un’attenzione specifica alla migrazione. Il Commissario Hahn ha sottolineato la necessità di fondi aggiuntivi, poiché il bilancio dell’UE sta attualmente esaurendo le risorse, ostacolando così la capacità di affrontare sfide come l’inflazione, la ricostruzione dell’Ucraina e la migrazione, dovrebbe essere quindi un quadro finanziario pluriennale (QFP) rivisto in modo da poterle affrontare stabilendo chiare priorità.
Per quanto riguarda la migrazione, ECRE e PICUM, insieme ai loro membri, hanno sottolineato che la risposta finanziaria dell’UE allo sfollamento dell’Ucraina nel 2022 non ha comportato alcun finanziamento aggiuntivo.
La revisione dal 2017 in avanti richiede quindi agli Stati membri di aumentare i loro contributi nazionali all’attuale bilancio dell’UE rispetto a quanto avevano accettato di versare al momento della negoziazione del QFP. Questo processo richiede l’unanimità del Consiglio e l’approvazione del Parlamento europeo a maggioranza assoluta. Nell’ultima riunione di luglio, diversi Stati membri hanno espresso la loro preoccupazione per l’aumento dei contributi nazionali; IL dibattito è influenzato da Polonia e Ungheria che hanno annunciato che non sosterranno la revisione del QFP.
Per quanto riguarda le attività migratorie all’interno dell’UE, la proposta prevede un’espansione di spesa di 2 miliardi di euro per il periodo 2025-27 all’interno della rubrica “migrazione e gestione delle frontiere”. L’importo equivale a un aumento del 10% del QFP per l’intero periodo di bilancio. La Commissione europea chiarisce che i fondi a causa delle sfide derivanti dall’Ucraina, Afghanistan e Bielorussia, sono in via di esaurimento.
Nonostante si faccia riferimento alla pressione sulla capacità di integrazione e accoglienza, l’obiettivo principale dei nuovi finanziamenti sembra essere la procedura di screening e di frontiera, la capacità di accoglienza, le ricollocazioni e rimpatri.
Sebbene l’aumento del budget per far fronte alle esigenze migratorie sia un passo positivo, l’allocazione delle risorse dovrebbe basarsi su una valutazione dei bisogni reali attraverso il coinvolgimento strutturale dei partner. C’è quindi il rischio che le risorse, compresi i 2 miliardi di euro, vengano utilizzate principalmente per l’attuazione delle procedure di screening e di frontiera, che rappresentano però una priorità solo per alcuni stati membri.
L’aumento maggiore tra il precedente e l’attuale QFP si è già concentrato sui fondi per la gestione delle frontiere, con un incremento del 153%. Mentre il BMVI (Border Management and Visa Instrument) potrebbe essere utilizzato per fornire assistenza alle persone vulnerabili che arrivano alle frontiere dell’UE.
Con l’aumento di 10,5 miliardi di euro il sostegno per gli sfollati assume un ruolo centrale, ma c’è il rischio che le modifiche e le integrazioni proposte aumentino la tendenza all’intrusione degli obiettivi di controllo della migrazione nei finanziamenti esterni. Anche se non è stata stabilita una ripartizione dettagliata dei 10,5 miliardi di euro, la Commissione offre un’indicazione:
- 1,7 miliardi per Siria, Libano e Giordania
- 3,5 miliardi per la Turchia
- 2 miliardi per i Balcani occidentali
- 0,3 miliardi per la linea di cappa dei vicini meridionali
- 3 miliardi di euro per il fondo cuscinetto delle Strumento di cooperazione (NDICI).
Senza limitazioni chiare c’è il rischio che il bilancio aggiuntivo renda operativi gli accordi sulla migrazione e i piani d’azione conclusi negli anni passati, che si concentrano sull’esternalizzazione delle responsabilità in materia di migrazione a Paesi terzi.
L’attuale revisione offre all’UE l’opportunità di migliorare le tutele e garantire che le risorse disponibili contribuiscano all’obiettivo di creare sistemi di asilo e migrazione sostenibili. ECRE e PICUM propongono una serie di raccomandazioni sul processo di revisione del QFP:
- Un QFP rivisto dovrebbe migliorare la capacità dell’UE di rispondere a sfide impreviste e strutturali, anche attraverso la riduzione degli oneri amministrativi
- I finanziamenti della politica di coesione non dovrebbero essere dirottati verso altre priorità e gli impegni di inclusione sociale dovrebbero essere mantenuti: i fondi di coesione giocano un ruolo fondamentale nell’attuazione del Pilastro sociale europeo dei diritti. Ciò include la lotta alla povertà infantile attraverso l’iniziativa Child Guarantee e alla deprivazione materiale e all’esclusione sociale attraverso il Fondo sociale europeo +.
- Dovrebbero essere stanziati ulteriori fondi per rispondere alle esigenze oggettivamente identificate, per un’attuazione completa della politica dell’UE in materia di migrazione e asilo: gli Stati membri si trovano ad affrontare diversi ostacoli alla realizzazione degli obiettivi e degli standard della politica di asilo e migrazione dell’UE, legati alla mancanza di finanziamenti che incidono sui diritti di migranti, compresi quelli privi di documenti, i rifugiati e i richiedenti asilo. Uno stanziamento di ulteriori 2 miliardi potrebbe risolvere questi problemi. Inoltre, anche l’ampliamento dei percorsi regolari, gli impegni di reinsediamenti e gli sforzi di salvataggio in mare potrebbero beneficiare di un aumento. Le risorse dell’UE dovrebbero anche contribuire a migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria e sociale.
- Qualsiasi stanziamento di fondi aggiuntivi non dovrebbe essere utilizzato per la detenzione, sicurezza e la gestione delle frontiere all’interno dell’UE. Come hanno sottolineato sia l’ECRE che il PICUM, il rafforzamento dell’uso delle procedure di frontiera, come previsto dal Patto su migrazione e asilo, comporta il rischio di aumento del ricorso alla detenzione alle frontiere dell’UE.
- Le risorse per il sostegno ai rifugiati siriani sono benvenute, a condizione che non ci siano condizioni sulla migrazione: l’aumento sostanziale delle risorse per sostenere la cooperazione con i Paesi limitrofi dovrebbe essere indirizzato a rispondere alle esigenze di sviluppo e umanitarie.
- I fondi per i Balcani occidentali non dovrebbero essere dirottati verso l’attuazione del piano d’azione: come già sostenuto dall’ECRE, la cooperazione con i Paesi terzi non dovrebbe essere sfruttata per raggiungere obiettivi di politica interna.
- Occorre evitare di allocare le risorse seguendo un approccio “per vie traverse” e garantire l’equilibrio e la coerenza tra gli obiettivi di politica esterna.
- I partenariati con i Paesi terzi finanziati dal QFP devono essere equi, trasparenti e rispettare i diritti fondamentali.