L’impianto della PAC 2021-2027 non convince la Corte dei Conti Europea

I piani europei per la riforma della Politica Agricola Comune (PAC) non prevedono l’aumento delle misure di tutela del clima e dell’ambiente. È questa la valutazione che emerge dal recente parere pubblicato dalla Corte dei Conti Europea: le promettenti dichiarazioni della Commissione Europea sulla volontà di sviluppare una politica agricola più attenta all’ambiente non si concretizzeranno se il sistema di sussidi previsto dalla PAC continuerà a basarsi sulla dimensione delle aziende e se non ne monitorerà le pratiche agricole.
Ogni anno si spendono 60 miliardi di euro per i sussidi che distribuisce la PAC che, in gran parte, finanzia l’agricoltura intensiva e su scala industriale. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’agricoltura intensiva sta danneggiando le nostre risorse naturali, la fauna selvatica e sta contribuendo al cambiamento climatico. I sussidi inoltre danneggiano i contadini del Sud del mondo che si vedono invasi da prodotti stranieri. Bérénice Dupeux, Policy Officer per l’Agricoltura allo European Environmental Bureau (EEB), istituzione leader del progetto triennale ‘Make Europe Sustainable for All’ (progetto in cui ENGIM Internazionale/FOCSIV partecipano per la rete GCAP Italia) dichiara che “c’è bisogno di una vera responsabilità per assicurare che questo denaro sia indirizzato al sostegno di quegli agricoltori che producono alimenti sani e salutari, in un modo che sia in armonia con l’ambiente e non contro di esso”.
Il rapporto della Corte dei Conti, quindi, da sostanza e corrobora la campagna europea “Good Food For All” , che chiede un ripensamento delle modalità di produzione e consumo degli alimenti in linea con i principi stabiliti dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). È il momento di passare ad un’agricoltura che possa dare nutrimento al suolo, preservi la biodiversità e protegga le risorse idriche dalla contaminazione. Un sistema alimentare che retribuisca i/le contadini/e e i/le lavoratori/trici agricoli/e, al sud e al nord del mondo, secondo un giusto prezzo, e che non si limiti a sfamare le persone, ma a nutrirle.
È l’ultima opportunità per la PAC di dare nuova direzione al modello agricolo europeo e superare il modello industriale attuale che impedisce all’Europa di fare fede ai suoi impegni internazionali.
Perché questo possa accadere, chiediamo:
- Lo stanziamento di risorse ad hoc della PAC per la tutela della natura, dell’ambiente e del clima
- La fine del sistema dei sussidi attraverso il potenziamento di regole ambientali per tutti gli/le agricoltori/trici, e della cooperazione internazionale per sostenere i contadini del Sud del mondo nel creare filiera corte
- L’effettiva applicazione delle leggi e di norme che salvaguardino il diritto alla terra dei contadini e delle comunità rurali
- Il miglioramento della governance della PAC e del quadro di riferimento per l’efficacia della sua attuazione
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