Storia dal campo: Ricucire il passato, sognare il futuro a Casa Ek’Abana
Nonostante la guerra sia finita nel 2007 nella zona del Sud Kivu, della Repubblica Democratica del Congo, atti di guerriglia, saccheggi, stupri, sequestri sono all’ordine del giorno e rendono impossibile immaginare un domani sereno per tutti.
La prima conseguenza drammatica della guerra sono 7 milioni di bambini, tra i 5 e i 17 anni, che non frequentano la scuola così come, a suo tempo, non l’hanno fatto i loro genitori, i quali sono vittime delle credenze popolari.
2 bambini su 3 non possono permettersi un percorso di studi, poiché provengono da famiglie molto povere.
Le bambine vengono accusate di stregoneria a causa delle disgrazie che affliggono le loro famiglie e, dopo aver subito molto spesso violenze, vengono abbandonate in strada al loro destino: sono le “bambine streghe” di Bukavu.
Le conseguenze del lockdown causato dal CODIV-19 hanno impoverito di molto sia le famiglie di provenienza delle bambine sostenute dall’Associazione che le altre che vivono a Bukavu. Il notevole aumento del disagio sociale, dovuto alla pandemia, ha rafforzato il pregiudizio della stregoneria con il conseguente aumento dell’abbandono di bambine.
L’intervento attuato dall’Associazione le difende offrendo loro un programma educativo, un sostegno psicologico, il reinserimento nelle famiglie di origine. Al termine del percorso scolastico le ragazze vengono inserite nel mondo del lavoro. Mentre i bambini abbandonati, spesso di strada, sono inseriti in un programma di accoglienza e, successivamente, in un processo di affido presso le famiglie locali, ad iniziare dai parenti più prossimi.
Il Movimento Lotta alla Fame nel Mondo, col supporto locale di Suor Natalina Isella, è impegnato nella distribuzione di generi alimentari alle famiglie delle comunità interessate dall’intervento stesso, intensificando i programmi professionali come: scuola arti e mestieri, taglio e cucito e artigianato.
Il “taglio e cucito” è senz’altro uno dei programmi professionali più apprezzati e gratificanti per le ragazze di Casa Ek’Abana.
A marzo del 2019 è nata l’Associazione “Rete dei protagonisti di mestieri”, inaugurata simbolicamente proprio il giorno della Festa della Donna; ne sono entrate a far parte le attuali corsiste e gran parte delle ex beneficiarie, oltre che alcuni membri di Casa Ek’Abana o ex corsiste molto legate al Centro che ne hanno assunto il ruolo di rappresentanti.
Qui le ragazze che negli anni si sono susseguite, si incontrano ogni primo lunedì del mese, si confrontano tra loro: condividono dubbi, idee, opportunità e aspirazioni. La possibilità di sostegno e supporto reciproco risulta fondamentale per evitare che una ragazza si scoraggi davanti alle prime paure o insuccessi.
Ek’Abana sostiene con una quota fissa mensile le ragazze che frequentano gli atelier di sartoria. Qui le corsiste apprendono le fondamenta teoriche e pratiche del taglio e cucito, confezionano vestiti e divise scolastiche per Casa Ek’Abana.
Alla fine del percorso ogni ragazza affronta un esame conclusivo e, se ottiene una valutazione con un punteggio superiore al 70%, le viene data in dotazione una macchina da cucire a pedale. Ogni ragazza che ha partecipato al programma le viene, comunque, consegnato un diploma che le dà l’opportunità concreta di inserirsi sul mondo del lavoro.
Quello che emerge da questo progetto è sicuramente il riconoscimento sociale e comunitario: il fatto di aver frequentato un corso professionalizzante e, in alcuni casi, di aver meritato il conferimento di una macchina da cucire, migliora sensibilmente la posizione sociale di ogni ragazza all’interno del villaggio, e ciò rappresenta un forte incentivo a proseguire l’attività.
Tenendo conto che si tratta di ragazze socialmente e economicamente vulnerabili, quindi appartenenti a famiglie numerose, talvolta orfane o ragazze madri, il fatto di “aver guadagnato” un riconoscimento simile rappresenta già un elemento di grande soddisfazione.
Il risultato è che sono davvero poche le ragazze che, negli anni, hanno abbandonato la strada della sartoria. La presenza dell’Associazione “Rete dei protagonisti di mestieri” gioca certamente un ruolo di rafforzamento della perseveranza delle ragazze nel portare avanti il proprio percorso professionale.
Chantal, mamma di Bahati che ha ottenuto il punteggio più altro all’esame finale del percorso formativo, ci dice: “Grazie a Casa Ek’Abana per essersi occupata della formazione professionale di tutte queste ragazze, come mia figlia. Voglio ringraziare anche mia figlia Bahati per la soddisfazione che mi sta facendo vivere e per essersi impegnata così a fondo durante quest’anno. Voglio dire alle mamme di ragazze come Bahati di non smettere mai di incoraggiare le proprie figlie a darsi da fare, e, in particolare, il corso di taglio e cucito rappresenta una buona opportunità per le nostre figlie di imparare nel migliore dei modi qualcosa di utile per la propria vita professionale e personale.”
Il taglio e cucito di casa Ek’Abana è sicuramente un valore aggiunto per la formazione professionale e personale delle ragazze iscritte e soprattutto, è un mestiere capace di creare valore sociale, integrando nella società le donne della Repubblica Democratica del Congo, con delle competenze che risaltano il saper fare locale. La testimonianza riportata da Sara Roncati, è una delle tante “storie dal campo” raccolte nel Sito della Campagna in corso “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” promossa da FOCSIV e Caritas Italiana, che sostiene l’intervento di MLFM – Movimento Lotta Fame nel Mondo a Casa Ek’Abana.
Moltiplicare la speranza è possibile attraverso una donazione in sostegno degli interventi proposti dagli organismi promotori.
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