EL PASEO A LA PLAYA

Denis Cesari, volontario in servizio civile FOCSIV ad Ambato, Ecuador.
Lunes 12 de enero 2015 – Ambato, città delle Ande nel cuore dell’Ecuador. Questa è la storia della gita al mare con un gruppo di 18 simpatiche “piccole” pesti.
I 18 bambini e ragazzi tra i 10 e i 19 anni che ci hanno accompagnato a vedere il mare della cittadina di Crucita sono alcuni dei lavoratori con cui abbiamo condiviso tanti momenti in questi mesi.
Per raccontarvi questa storia dobbiamo partire da 8 mesi prima, da quando abbiamo iniziato a conoscere e fare amicizia con il gruppo di bambini e ragazzi betuneros della città di Ambato (il nome deriva dalla crema/grasso che utilizzano per lustrare le scarpe dei clienti, il betún). Il percorso non sempre è stato facile, diciamo che è stato un po’ come quando abbiamo camminato dal secondo rifugio del Chimborazo (a più di 5000 m) fino alla laguna che si trova un po’ più sù, In altre parole molto faticoso…
Arrivati alla fondazione Don Bosco, Gabriela ed io ci siamo trovati un po’ spiazzati scoprendo che tutto il lavoro di educativa di strada che pensavamo di trovare era fermo già da qualche tempo; inoltre alla fondazione un po’ per il gran lavoro nel doposcuola e nella mensa, un po’ per mancanza di volontà, nessuno si è affiancato a noi en la calle, né ci ha consigliato sugli obiettivi da darci e sulle attività da proporre ai ragazzi.
E così ci siamo ritrovati a cominciare quasi da zero il lavoro con i ragazzi lavoratori. Ci siamo buttati facendo 3 passi avanti e 2 indientro. Solo con il passare delle settimane, parlando con i ragazzi, chiedendo alle suore e agli educatori della fondazione, partecipando a qualche incontro con alcune istituzioni della città, abbiamo iniziato a capirci qualcosina, e abbiamo capito che la questione del lavoro minorile in questa città e in questo paese è un gran casino.
Abbiamo capito che la buona volontà di tante persone che comprendono ciò che rappresenta il lavoro per questi bambini e ragazzi e che provano a lavorare con loro per loro, spesso e volentieri si piegha alle logiche dei numeri e dei proclami populistici della politica che vuole per esempio che entro tale data si dimezzi il numero di bambini che vengono trovati a betunare (lustrare le scarpe) nei parchi e nei mercati o a vendere fiori o caramelle all’uscita delle discoteche, senza però arrivare a fare un pensiero più ampio che coinvolga i minori stessi, le loro famiglie e le comunità di appartenenza (la maggioranza dei ragazzi che abbiamo conosciuto appartengono a gruppi indigeni, che vivono in situazioni di povertà) in un processo di dialogo e ascolto reciproci, per comprendere le diverse e specifiche cause che portano quel minore a lavorare e ragionare assieme sulle eventuali soluzioni.
Più di tutto abbiamo capito che per dare un senso al nostro lavoro dovevamo mettere al centro loro, i loro nomi, le loro storie, le loro faccie, che sono le pagine più belle di questa storia.
Sono Luis Moises, Manuel, Geovanni, Luis Armando, Klever “el nato”, Luis “el pisco”, Diego Armando, Oscar “el negro”, Jonnhy Ronaldo “el sicario” e diversi altri… un gruppo di bambini e ragazzi, tutti maschi che lavorano nel Parque Montalvo e intorno al Mercado Modelo due zone della città con un gran via vai di gente. Durante la settimana sono circa una quindicina mentre il sabato aumentano di numero perchè ai più grandi si aggiungono i piccoli, molti dei quali essendo liberi dalla scuola, scendono dalle loro comunità nelle montagne vicine per betunare. La loro amicizia non è scontata, devi conquistartela… devi essere disposto ad essere preso in giro e a prendere in giro, devi saper ascoltare anche oltre alle parole… insomma devi buttarti.
È durante una delle chiaccherate al Parque che abbiamo deciso di andare al mare… per stare due giorni assieme fuori dalla città in un posto nuovo, per divertirci e basta, per passare due giorni senza el cajon con le tinte per lustrare le scarpe.
Nei due mesi prima della gita, con alcuni di loro, abbiamo anche preparato delle torte che poi abbiamo venduto in città per poterci autofinanziare almeno in parte il viaggio.
E così venerdì 12 dicembre alle 22.00, dopo due mesi di preparativi, ci siamo trovati alParque 12 vicino alla Fundación Don Bosco per partire alla volta della costa dell’Ecuador, destinazione Crucita vicino a Manta, Provincia di Manabì. La busetta(pulmino) guidata dal mitico Marcelo poteva tenere solo fino a 16 posti ma noi tra ragazzi e volontari eravamo in 23. Ci aspettava un viaggio di 12 ore. Verso le 9.30 del mattino del sabato, dopo esserci fermati a fare colazione a base di pesce e gamberetti per la “gioia” di alcuni bambini abituati solo al riso con pollo, finalmente siamo arrivati a Crucita…e l’emozione dei più piccoli nel vedere il mare per la prima volta è stata grandissima, accompagnata da salti e urla di gioia.
Abbiamo passato due bei giorni intensi a base di gare di salto delle onde, partite divolly, laboratori di braccialetti, chiacchere e scherzi… Nonostante, per quanto mi riguarda, la nottata passata insonne per il prevedibile casino dato dall’entusiasmo di essere in vacanza, qualche mia sgridata e un “po’” di giustificate cazzate da parte dei ragazzi, tutto è andato alla grande, anzi come si dice qui muy chevere!!
La storia si conclude con la grande scoperta fatta dai ragazzi durante il fin de semana: da una playa all’altra il mare continua ad essere salato! 😀